Autore: Emiliano Falsini

Blog vini del cuore

Conterno Fantino Barolo Sorì Ginestra 2001

Siamo nel cuore delle Langhe, vicino al paese di Monforte D’Alba e come ogni pronostico che si rispecchia è un Barolo di razza, acclamato giustamente come uno dei migliori del millesimo 2001 e non solo.
Il vigneto Ginestra si dimostra anche in questa versione, uno dei vigneti più vocati e generosi della denominazione, è semplicemente un vino monumentale, se il colore è quello tipico dei Nebbioli di razza, quindi sembra quasi proporsi timidamente alla vista, già al bouquet è un tripudio di sensazioni, alle variegate versioni di piccoli frutti rossi fanno da corollario tutta una serie di emozionanti profumi mentolati, speziati e balsamici che rendono questo esemplare Barolo un vino affascinante come solo i grandi fuoriclasse riescono ad essere, è un vino che non finisci mai di odorare ed ogni volta scopri un angolo nascosto che stuzzica centri emozionali nuovi.
In bocca è impressionante la profondità, il Sorì Ginestra 2001 è un vino che definirei muscolare in questa versione, anche se usare questi termini per un Barolo è quasi un sacrilegio….ma è proprio la bellissima trama tannica che lo rende un vino di grande piacevolezza e bevibilità, i tannini sono quasi croccanti e con una tessitura talmente delicata da sembrare velluti, al centro bocca sorretto da una vena acida piecevolissima segue un finale dolce, appagante e che invoglia a bere nuovamente.
Il Sorì Ginestra 2001 si dimostra ancora a distanza di anni un grande classico dell’enologia piemontese che entusiasma come solo pochi vini riescono a fare.
Un grande!!

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Arnaldo Caprai-Montefalco Sagrantino 25 Anni 1997

Tutte le volte che parlo di Sagrantino con gli addetti ai lavori mi trovo a dover parlare spesso in una situazione di sudditanza psicologica, conosco e amo Montefalco ed in particolare il suo vitigno principe: il Sagrantino, per cui è difficile tracciare un solco fra quello che è un giudizio partigiano e l’obbiettività nella degustazione. Se avevo bisogno di una conferma che non mi sbagliavo quando paragonavo questo vino a vini di fama mondiale come il Barolo ed il Brunello, e che il problema è di comunicazione, legislativa e culturale in coloro che si approcciano a questo vino, la conferma mi è arrivata durante un pranzo al delizioso ristorante Spirito Divino a Montefalco ( www.spiritodivino.net) dove desideroso di avere la riprova che il nostro amato Sagrantino è un cavallo di razza, ho assaggiato con grande attenzione il Sagrantino 25 Anni di Marco Caprai annata 1997.
Semplicemente un vino incredibile, il naso tipicamente terziarizzato sembra richiamare i grandi Sangiovesi delle zone fresche del Chianti Classico, note nitidissime di tabacco, cioccolato, spezie ancora sorrette da un frutto pressochè integro. In bocca è ancora monumentale, alla grassezza tipica del tannino del Sagrantino fà da controaltare una vena acida fresca che ne aumenta la piacevolezza e la bevibilità, una bocca ancora croccante e incredibilmente elegante, con un finale splendido e senza sbavature di nessun genere. Veramente una grande perla dell’enologia italiana.

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Degustando con la stampa

In una bella mattina di sabato abbiamo incontrato gli amici giornalisti per degustare alcuni prodotti delle aziende.
Con noi Guido Ricciarelli, curatore della guida Vini buoni del TCI e penna di Spirito di vino; Fabio Pracchia, della guida Slowine e curatore del sito della stessa; Vito Lacerenza, collaboratore della guida Slowine e il nostro Pr Riccardo Gabriele, direttore del Corriere del vino

Leggi il primo commento su www.slowine.it

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Vinsanto da brividi…..

Nei giorni scorsi, durante una fredda mattina autunnale guardando il Tempio di San Biagio a Montepulciano con il bicchiere in mano, ho immaginato per un attimo cosa stavo facendo nel 1986….e l’unico ricordo che mi è venuto in mente è stato il goal di Maradona di mano ai Mondiali di Mexico ’86, durante l’estate del 1986 ero ancora troppo giovane per occuparmi di vino o ricordarmi cosa stavo facendo mentre Adamo e Pasquina Anselmi mettevano le uve di Pulcinculo, Canaiolo, Sangiovese e Malvasia raccolte nel loro podere ad appassire per produrre un Vinsanto incredibile. Pochi giorni fà a distanza di 24 anni…insieme a Marco, nipote di Adamo e Pasquina abbiamo assaggiato e selezionato i caratelli di Vinsanto 1986 ed è stato veramente emozionante, immaginare un vino che per 24 anni è rimasto in attesa che qualcuno lo assaggiasse è stato uno dei momenti più belli della mia esperienza con l’azienda Montemercurio e un tuffo nell’essenza della mia professione, una di quelle giornate che ti rilassano e ti fanno assaporare cosa significa il Vino per chi ama questo fluido magico. 24 anni è il tempo che è trascorso da quando le uve sono state pigiate e messe nei caratelli ed in questi 24 anni il Mondo è completamente cambiato, i nostro Vinsanto prodotto con sapienza da Adamo e Pasquina invece è rimasto ad aspettarci, è maturato insieme a noi, è diventato un nettare denso e ricco di profumi incredibili, talmente complesso e ricco di sfaccettature che personalmente ho avuto quasi il pudore la prima volta di assaggiarlo perchè di fronte ad un vino così “saggio” ti viene quasi timore di non essere in grado di capirlo e il rischio di dire troppe banalità è altissimo, per questo ogni volta che lo assaggio ripenso al 1986, medito e rimango in silenzio per rispetto di coloro che ci hanno tramandato questa perla enologica e per Lui, Sua Maestà il Vinsanto di Montepulciano Montemercurio 1986, un vino incredibile che a distanza di 24 anni ha trovato la sua casa naturale fra i grandi vini della produzione dell’azienda Montemercurio.

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Così parlò Wine Advocate….

Ecco, la visione di Antonio Galloni european editor di The Wine Advocate di Robert Parker espressa durante il meeting “Boroli Wine Forum” 2010:
1) l’utilizzo dei siti specializzati diventerà di uso comune, diffondendo in maniera più democratica ogni genere di informazione;
2) scoppieranno vere e proprie guerre per aggiudicarsi i vini migliori: grazie alla pressione dei nuovi mercati come Asia, Sud America e Europa centrale e dell’Est, una cassa di grande Bordeaux che oggi costa 4.000 dollari toccherà i 10.000;
3) la Francia avrà un ridimensionamento: la globalizzazione del vino avrà conseguenze disastrose per questo Paese, e se il 5% dei produttori continuerà a mettere sul mercato vini top, molti falliranno;
4) i tappi spariranno: entro il 2015 la maggioranza delle bottiglie non avrà più tappi di sughero ma tappi a vite;
5) la Spagna sarà la nuova star dell’industria e, sempre entro il 2015, le regioni più quotate saranno Torno, Jumila e Priorat;
6) esploderà il Malbec: tra 10 anni la grandezza dei vini argentini prodotti con uva Malbec sarà riconosciuta da tutti;
7) la Costa Centrale della California governerà l’America, e la regione di Santa Barbara soppianterà la Napa Valley;
8) il Centro-Sud Italia aumenterà di prestigio: Umbria, Basilicata, Sardegna e Sicilia diventeranno sempre più famose;
9) ci sarà un numero sempre maggiore di buoni vini e buon prezzo, soprattutto di produzione europea e australiana;
10) la parola d’ordine sarà diversità: avremo vini di qualità dai Paesi più inaspettati come Bulgaria, Romania, Russia, Messico, Cina, Giappone, Turchia, Libano e, forse, perfino dall’India.