Categoria: Blog

Blog

Gli autoctoni Toscani di Matura

Il giorno 26 Maggio abbiamo tenuto una bella degustazione nella sede dell’Associazione Gruppo Matura sui vitigni autoctoni toscani, un interessante momento di confronto e di verifica sullo stato dell’arte della produzione dei vitigni secondari autoctoni toscani. Oltre alla presenza degli enologi ed agronomi del Gruppo Matura, erano presenti alcuni giornalisti e persone del settore interessate a capire cosa effettivamente questi vitigni possono oggi esprimere.
Molto interessante è risultato il Ciliegiolo che probabilmente allo stato attuale delle conoscenze e di selezione del materiale genetico è il vitigno che attualmente fornisce i vini più interessanti e di caratura.
Questi nello specifico i vini in degustazione:
– Azienda Fontuccia Ansonica Senti oh! 2010 ( zona di produzione Isola del Giglio)
– Azienda Biologica La Selva Vermentino La Selva 2010 ( zona di produzione Magliano in Toscana)
– La Piana Rosa della Piana Aleatico Rosato 2010( zona di produzione Isala di Capraia)
– Jacopo Banti Ceragiolo Ciliegiolo 2010 ( zona di produzione Campiglia M.ma)
– Azienda Biologica La Selva Ciliegiolo 2010 ( zona di produzione Magliano in Toscana)
– Poggiopaoli RossodiBrenno Ciliegiolo 2008 ( zona di produzione Scansano)
– Jacopo Banti Trafui Ciliegiolo 2008 ( zona di produzione Campiglia M.ma)
– Rascioni e Cecconello Poggio Ciliegio Ciliegiolo 2008 ( zona di produzione Fonteblanda)
– Sassotondo S.Lorenzo Ciliegiolo 2007 ( zona di produzione Pitigliano)
– Terenzuola Vermentino 2010 ( zona di produzione Fosdinovo)
– Casteldelpiano Vermentino nero Pepenero 2010 (zona di produzione Aulla)
– Casabianca Canaiolo Loccareto 2008 ( zona di produzione Murlo)
– Mocine Fogliatonda S’Indora 2007 ( zona di produzuzione Asciano)
– Paterna Pugni Rosso Pugnitello 2009 (zona produzione Valdarno Aretino)
– Jacopo Banti Pugnitello Diacopo 2007 ( zona di produzione Campiglia M.ma)
– Fattoria di Piazzano Colorino 2009 ( zona di produzione Empoli)
– Poggiopiano Colorino Taffetà 2007 ( zona di produzione S.Casciano V.P.)
– La Querce Canaiolo Passito 2009 Dama rosa ( zona di produzione Impruneta)
– Arrighi Antonio Aleatico Passito 2010 ( zona di produzione Isola d’Elba)
– La Piana Aleatico 2009 Cristina ( zona di produzione isola di Capraia)
– La Fazenda 2009 Aleatiico Passito Piano di Mola ( zona di produzione Isola d’Elba)
– Terre del Granito Aleatico Passito 2008 Terre del granito ( zona di produzione Isola d’Elba)

Blog

Tasting Bolgheri

Ieri ho avuto il piacere di poter assaggiare diversi vini prodotti nella zona di Bolgheri, la maggior parte dei vini sono stati acquistati presso l’Enoteca Tognoni di Bolgheri (www.enotecatognoni.it) ed è stato un bel momento di confronto per capire lo stato dell’arte sui vini bolgheresi entro una fascia di prezzo compresa fra i 10 ed i 20 euro circa; questi i vini degustati:
– Terre del Marchesato Emilio Primo IGT Toscana Rosso 2008
– Fattoria Casa di Terra Moreccio Bolgheri Rosso Doc 2008
– Tenuta Argentiera Poggio ai Ginepri Bolgheri Rosso Doc 2008
– Giorgio Meletti Cavallari Borgeri Bolgheri Rosso Doc 2008
– Giovanni Chiappini Felciaino Bolgheri Rosso Doc 2008
– Guado al Melo Antillo Bolgheri Rosso Doc 2008
– Enrico Santini Poggio al Moro Bolgheri Rosso Doc 2008
– Guado al Tasso Bruciato Bolgheri Rosso Doc 2008
– Tenuta Argentiera Villa Donoratico Bolgheri Rosso Doc 2008
– Ornellaia Le Volte IGT Toscana Rosso 2009
– Le Fornacelle Zizzolo Bolgheri Rosso Doc 2008
– Campo di Sasso Insoglio del Cinghiale IGT Toscana Rosso 2008
– Le Macchiole Le Macchiole Bolgheri Rosso Doc 2008

La degustazione ha attestato, se ce ne fosse bisogno, che il livello qualitativo dei vini è molto interessante con punte di assoluta eccellenza ( per la fascia di prezzo) molto interessanti ed i vini che più mi hanno convinto sono stati Moreccio, Felciaino, Le Macchiole, Insoglio del Cinghiale e Poggio al Moro.
La zona di Bolgheri oggi vede l’attuale disciplinare di produzione in fase di cambiamento e dopo un lungo periodo di riflessione prevederà la possibilità di utilizzare Cabernet Sauvignon e Merlot come monovarietali, cosa che oggi non è possibile, l’attuale assetto non consente di definire uno stile unico del vino di Bolgheri, tuttavia il timbro tipico del territorio è evidentissimo nei vini che presentano nella maggior parte dei casi colori intensi di un rubino cupo, spesso impenetrabile, con grande tenuta nel tempo. I profumi sono caratterizzati da frutto nero maturo e dolce, a volte con note balsamiche di macchia mediterranea, con speziature del rovere sempre ben integrata. Al palato colpiscono la rotondità e la morbidezza, la dolcezza del frutto presente al centro bocca sempre ben vivacizzata dalla freschezza della componente acida, e dalla trama tannica fitta e matura, con finale di eccellente lunghezza.
I vini Bolgheri DOc sono generalmente basati sul blend Cabernet (Sauvignon e Franc) e Merlot, spesso accompagnato da Syrah e Petit Verdot. Non mancano blend con sangiovese o in taluni casi anche altre varietà internazionali quali Tannat o Malbec.
Senza ombra di dubbio, Bolgheri è uno straordinario terroir per le varietà bordolesi classiche con particolare riferimento a Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e in alcuni microterritori per il Merlot.
Lo stile ideale può comunque essere ricercato nel solco della linea tracciata dal Bolgheri Sassicaia e dai grandi storici “Bolgheri Superiore”, ovvero dall’assemblaggio di Cabernet Sauvignon con Cabernet Franc, o con Merlot, ed eventuali dosi minori di Petit Verdot e Syrah. Occorre però non trascurare la capacità del territorio di dare origine a grandi vini monovarietali, vini che oggi sono annoverati fra i più grandi vini rossi italiani e non solo; la capacità di produrre in purezza tali varietà ha spinto al cambio del disciplinare per poter consentire anche a vini di caratura mondiale di fregiarsi della menzione Bolgheri e non necessariamente IGT Toscana.
Sotto il Bolgheri Sassicaia, i Bolgheri Superiore ed i grandi IGT, troviamo l’ampia gamma dei Bolgheri Rosso. Si tratta di vini di grande piacevolezza e bevibilità, anch’essi morbidi, eleganti e maturi, meno impegnativi rispetto ai “superiori”, ma pur sempre in grado di accompagnare una saporita cucina di carni rosse e selvaggina.
Degustazione effettuata il 2 Maggio 2011

Blog

Il Sagrantino Montefalco 10 anni dopo: 2001-2011

Sabato 30 Aprile, nella splendida cornice della cantina Tabarrini si è tenuta la prima retrospettiva sul Sagrantino Montefalco a 10 anni di distanza dalla vendemmia 2001; alla presenza di molti produttori e giornalisti è stato possibile assaggiare e confrontarsi su 10 vini Montefalco Sagrantino dell’annata 2001. Obbiettivo della giornata è stato quello di fare il punto della situazione sulla capacità evolutiva di questo vitigno e se a distanza di dieci anni era possibile annoverare tale denominazione fra le zone vitivinicole italiane di maggior pregio.
Prima di passare alla degustazione dei vini presenti, il giornalista Antonio Boco ha introdotto l’annata 2001 aiutato dalle presentazioni del Professor Leonardo Valenti e dell’Enologo Emiliano Falsini.
L’andamento stagionale di inizio anno (fine gennaio/inizio marzo 2001),
caratterizzato da temperature miti, ha favorito, nei vigneti, l’ingrossamento precoce
delle gemme. A metà aprile un abbassamento brusco delle temperature ha provocato,
soprattutto nelle aree di fondo valle, il congelamento dei germogli riducendo il carico
di uva per ceppo di circa il 10-15%. I restanti mesi sono stati caratterizzati da
temperature e umidità nella media, senza provocare rilevanti problemi di malattie
crittogamiche. Le temperature di luglio ed agosto non hanno raggiunto valori elevati
e benché non ci siano state piogge, non c’è stata la conseguente disidratazione
dell’uva come era accaduto in alcuni casi per l’annata 2000, cosicche sono ottenute
delle gradazioni alcoliche potenziali, equilibrate senza eccessi di alcool. Le piogge di
settembre e l’abbassamento delle temperature hanno rallentato la maturazione
tecnologica dell’uva posticipando di alcuni giorni la vendemmia del Sangiovese.
Confrontando i dati dei campionamenti eseguiti rispetto allo stesso periodo dell’anno
2000, l’uva si presenta con acidità totale leggermente più alta (6,50/6,80 g/l) e pH più
basso (3,10/3,18). L’ottimo contenuto in composti polifenolici, tanto in antociani che
in polifenoli totali, e il buon livello di estraibilità degli stessi (sicuramente superiore
al 2000) hanno in linea generale, portato alla produzione di vini molto interessanti.
L’inizio della campagna aveva fatto temere che l’annata 2001 avrebbe presentato
alcuni problemi, fortunatamente invece non è stato così, visto che il successivo
andamento stagionale ha attenuato le perplessità sulle iniziali previsioni, fatta
eccezione per quelle zone in cui l’assenza di precipitazioni in luglio ed il caldo estivo
hanno leggermente rallentato i processi di accumulo e disidratato leggermente le uve,
tali condizioni però si sono verificate solo in sporadici vigneti coltivati in terreni
siccitosi e con portainnesti inadatti alla siccità estiva. Ad una soddisfacente qualità si
è contrapposto però un deciso ridimensionamento quantitativo, che è stato nell’ordine
del 10% rispetto all’annata 2000 dovuto in massima parte alla perdita di produzione
in seguito alla gelata primaverile che ha colpito buona parte dei vigneti Umbri.
Il periodo di raccolta, iniziato anticipatamente, si è normalizzato rientrando nella
media degli ultimi anni, principalmente a causa degli abbassamenti di temperatura e
delle leggere precipitazioni delle prime due settimane di settembre.
Le fasi iniziali della Primavera sono state contraddistinte da una certa piovosità e da
temperature leggermente superiori alle medie stagionali, che hanno favorito un lieve
anticipo nella data del germogliamento rispetto alla media. Il successivo andamento
climatico, caratterizzato da normali condizioni di temperatura e piovosità, ha di fatto
determinato una ottima fioritura e conseguente relativa allegagione. La piovosità che
ha caratterizzato la prima parte del periodo estivo, ha permesso il mantenimento di un
buon equilibrio vegetativo delle piante anche nel mese di Agosto; nonostante le alte
temperature giornaliere, infatti, le notti sono state molto fresche e si è potuta
constatare una completa invaiatura di tutte le varietà ed in particolare nel Sagrantino.
Di conseguenza anche l’andamento dei processi di maturazione delle uve sono
proseguiti in maniera ottimale senza arresti, garantendo un presupposto per una
eccellente vendemmia. La vendemmia 2001 si è conferma molto precoce e nel complesso ottima per la qualità delle uve rosse, in particolare a fine Agosto- inizio Settembre si sono avuti eventi piovosi che hanno ha provocato un sensibile abbassamento delle temperature
notturne minime (8-10° C) e quindi una forte escursione termica tra il giorno e la
notte (15-17° C). Questo fenomeno ha favorito una migliore maturazione dei
polifenoli, elemento chiave che ha garantito, nel Sagrantino, tannini fitti ma vellutati,
complessità, ricchezza e longevità al vino prodotto.
L’annata 2001 è stata giudicata del Consorzio Montefalco con 4 stelle, giudizio quindi molto positivo sulle reali qualità generali dell’annata.
L’evento ha visto la presenza di circa 30 persone di cui alcuni giornalisti del settore quali:
Antonio Boco-Gambero Rosso/Winenews; Paolo De Cristoforo- Gambero Rosso; Giuseppe Carrus-Gambero Rosso; Franco Pallino-Gambero Rosso/Winenews; Fabio Pracchia-SlowFood; Guido Ricciarelli-Vini Buoni D’Italia; Giampaolo Gravina-Espresso; Aldo Fiordelli-Vini Buoni D’Italia; Sandro Camilli-Ais Bibenda; Antonella Biancalana-Blogger; Jacopo Cossiter-Enoiche Illusioni; inoltre erano presenti produttori e tecnici quali: Attilio Pagli – Enologo Caprai; Marco Caprai; Leonardo Valenti-Agronomo Caprai; Moretti Omero Az.Agr.Moretti Omero; Guido Guardigli Az.Perticaia; Sabino Loffredo Az.Pietracupa ( special Guest!!); Az.Adanti; Filippo Antonelli Az.Antonelli; Amilcare Pampuffetti Az. Scacciadiavoli;
Questi i vini degustati con le mie personali impressioni:
1) Sagrantino Montefalco 2001 Scacciadiavoli: colore rosso intenso con note ancora molto vive, profumi ematici, speziati con cenni animali, al naso si presenta ancora un pò contratto; bocca ancora molto viva, fresca, ottima freschezza gusto-olfattiva; giudizio personale 89/100
2) Sagrantino Montefalco 2001 Adanti: colore rosso rubino con unghia leggermente aranciata, ottima complessità. con frutta molto matura ma di grande eleganza e pulizia olfattiva, bocca con tannino presente, finale leggermente seccante ma di grande tipicità e di ottima prospettiva; giudizio personale 92/100
3) Sagrantino Montefalco 2001 DiFilippo: colore leggermente scarico, con cenni aranciati evidenti, naso su note floreali, fresco, bocca di buona pulizia, elegante, tannino levigato; giudizio personale 89/100
4) Sagrantino Montefalco 2001 Antonelli: colore rosso rubino, naso fresco, elegante su note di frutta fresca, bel quadro aromatico tipico, bocca giocata molto sull’eleganza con tannino presente ma non eccessivo; giudizio personale 93/100
5) Sagrantino Montefalco 2001 Moretti Omero: colore molto compatto con cenni aranciati; naso un pò aperto, con note di confettura evidenti, bocca ricca ma con tannino seccante e verde; giudizio personale 87/100
6) Sagrantino Montefalco 2001 Perticaia: colore rosso rubino intenso con riflessi leggermente aranciati, profumi complessi con legno dolce e di macchia mediterranea, alloro e cioccolato, il legno è molto integrato, bocca potente, grassa con tannino presente ma molto setoso e dolce; giudizio personale 95/100
7) Sagrantino Montefalco Colle Allodole 2001 Milziade Antano: colore con evidenti riflessi aranciati, naso dolce di frutta composta, leggermente aperto al naso, in bocca si presenta potente, succolenta con tannino leggermente asciugante; giudizio personale 88/100
8) Sagrantino Montefalco 2001 Colpetrone: colore fitto ancora quasi impenetrabile, naso molto maturo di marmellata con cenni dolci di rovere, bocca opulenta con tannino dal finale leggermente seccante; giudizio personale 88/100
9) Sagrantino Montefalco Colle Grimaldesco 2001 Giampaolo Tabarrini: colore rosso rubino con leggera unghia aranciata, naso complesso, pulito con grande eleganza e finezza, la bocca è ancora viva, fresca con tannino setoso e allo stesso tempo grasso e dolce, bellissima persistenza gustativa; giudizio personale 95/100
10) Sagrantino Montefalco 25 Anni Caprai: colore ancora vivo, naso ampio, etereo, di grande pulizia, note di rovere ben integrate al vino, bocca di grande potenza con tannini fitti e ancora giovanissimo, di grande prospettiva. Giudizio personale 95/100

La sensazione finale al termine della degustazione, che speriamo possa essere il punto zero per poter nel corso degli anni costruire un confronto sereno e importante per tutta la zona, è che il Sagrantino Montefalco può senza dubbi essere annoverato fra i grandi vini italiani da invecchiamento e che, anche grazie al continuo apporto in vigna e cantina, nei prossimi anni saremo ancora più in grado di produrre grandi vini con notevoli capacità di invecchiamento e di rappresentare in maniera assolutamente diversa il vino italiano nel contesto mondiale.
Proprio la diversità stilistica e di interpretazione è una delle chiavi di lettura per questo territorio che, deve trovare in questo vitigno unico, dalle caratteristiche inimitabili, il suo assoluto punto di forza e soprattutto deve, unendo le forze dei principali attori, comunicarne la grande capacità evolutiva e l’assoluta unicità nel panorama enologica mondiale.
Un ringraziamento particolare và a Giampaolo Tabarrini per la splendida organizzazione, per aver messo a disposizione la struttura e per aver appoggiato fin da subito l’idea di una retrospettiva sul Sagrantino.

Blog

Emiliano Falsini a Vinitaly

Pubblico i link di alcune interviste che mi sono state fatte durante il Vinitaly

http://vinodaburde.simplicissimus.it/2011/04/10/i_terroir_di_emiliano_falsini_fattoria_di_piazzano_madrevite_e_la_basilicata_di_taverna_vinitaly/
http://vinodaburde.simplicissimus.it/2011/04/11/ricordi_di_terroir_maremma_etna_irpinia_e_montefalco_con_emiliano_falsini_vinitaly/

Blog

Le Contrade dell’Etna 2011

Si è svolta Lunedì 21 marzo presso l’azienda Passopisciaro, dell’omonimo paese del Comune di Castiglione di Sicilia, la quarta edizione della manifestazione “Contrade dell’Etna“.
Ormai sono anni che frequento a’ Muntagna e non mi stanco mai di respirare i suoi profumi, assaggiar e i suoi vini e vivere per alcune ore quel territorio con le sua gente, il legame che mi lega alla Sicilia è, per ovvi motivi sentimentali fortissimo, e quindi ogni volta che posso me vado sull’Isola e mi immergo nella realtà siciliana.
Anche quest’anno quindi non ho esitato a partecipare alla manifestazione organizzata da Andrea Franchetti factotum dell’azienda Passopisciaro che ormai da alcuni anni organizza nell’omonima località una kermesse sui vini etnei.
Giornalisti, tecnici del settore e una folla numerosa è accorsa per la degustazione dei vini, presentati dalle aziende vinicole del comprensorio etneo.
L’interesse per la manifestazione è dimostrato dalle 38 aziende che parteciparono alla prima edizione della manifestazione, alle quasi 60 partecipanti alla edizione 2011, il numero di coloro che intendono produrre vino è aumentato sensibilmente, riuscendo a creare quell’attenzione sul piano nazionale ed internazionale per i vini etnei che ne ha determinato il successo mediatico.
L’evento è un momento di aggregazione per la zona e una opportunità per tutti i produttori di far conoscere i propri prodotti e valorizzare il lavoro che viene svolto quotidianamente.
Il nome stà a significare la diversità dei suoli e dei terroirs che si susseguono all’interno della denominazione ed infatti sono alcuni anni che si parla di Contrade dell’Etna, una sorta di zone ( S.Lorenzo, Feudo di Mezzo, Guardiola, Santo Spirito, Porcaria, Pietramarina, Bonanno, ecc.) dove si producono vini con caratteristiche molto diverse nonostante il filo conduttore si il Nerello Mascalese.
Alle Contrade dell’Etna 2011 ero presente in qualità di enologo delle aziende Girolamo Russo e di Valenti entrambi ubicate nel comune di Castiglione di Sicilia.
Grande interesse hanno destato i bianchi a base carricante dell’azienda Valenti e di Giuseppe Russo, sicuramente l’Etna si stà scoprendo anche una zona fortemente vocata anche per bianchi importanti,
quindi una zona capace di essere sfruttata sia per Rossi di livello altissimo che per Bianchi di grande pregio.
I vini presentati erano le annate 2008-2009 e 2010 in anteprima.
L’annata presentata per molte aziende è stata la 2009, un’annata caratterizzata da un andamento climatico fresco nella fase finale della stagione che ha comportato la produzione di vini più fini, esili in alcuni casi ma di grande freschezza e eleganza. I vini del 2009 presentati in anteprima dall’azienda Girolamo Russo hanno suscitato grande entusiasmo per il livello raggiunto in una annata considerata difficile. L’azienda Valenti non ha presentato l’Etna 2009 che rimane ancora in affinamento ma ha destato ottime impressioni la versione Etna Rosato 2010 da uve Nerello Mascalese e chiamato Poesia.
Una piacevole scoperta sono stati i vini dell’azienda Feudo Cavaliere di Margherita Platania che, oltre ad essere una persona di grande piacevolezza e che nutre un amore viscerale per quello che fà produce vini molto interessanti, inoltre l’azienda Feudo Cavaliere è l’unica azienda ubicata nella parte meridionale della denominazione,in particolare i vigneti si trovano nel comune di S.Maria di Licodia.
Le aziende partecipanti alle contrade dell’Etna meritevoli di menzione sono molte e probabilmente dimenticherò qualcuno dei produttori, ma in particolare mi sembrano meritevoli di essere citate:
– Girolamo Russo
– Valenti
– Tenuta delle Terre Nere
– Planeta
– Cottanera
– Pietro Caciorgna
– Calcagno
– Murgo
– Scilio
– Graci
– Villagrande
– Biondi vini
– Passopisciaro
– Alice Bonaccorsi
– Pietradolce
-Tenuta di Fessina
– Romeo del Castello

Tutte queste aziende certamente rappresentano il migliore biglietto da visita per questo fantastico territorio, unico in Italia e probabilmente nel Mondo, la nostra Borgogna mediterranea, anche se io preferisco chiamarla semplicemente Etna A’Muntagna.